Ascoltando le tacite stelle
DescrizioneLe poesie di questa raccolta, pervase da un alone di mistero e inquietudine,
rappresentano il desiderio di muoversi idealmente all'interno di quattro tematiche principali:
Amore, Dolore, Natura, Dio.
Dalla memoria riemerge l'emozione che i ricordi stessi generano nella mente, in un costante
confronto tra passato e presente.
Dallo smarrimento e dall'esperienza dolorosa, nasce la speranza dell'incontro con l'Essere
che rappresenta il supremo fine a cui tende ogni creatura, che raccoglie i sospiri degli uomini
nel suo immenso silenzio d'amore.
L'atmosfera di un sogno senza tempo
mi conduce nei luoghi della memoria,
protetti dall'aurea corona dell'alba.
Ritrovo un sorriso
nell'immediatezza di un ricordo
e sento la tua carezza
trapassare il mio cuore,
che ormai attende solo la tua mano
nella speranza di partire con te.
EstrattoIntroduzione
La poesia è canto dell'anima, che, ripiegata su se stessa, si pone in atteggiamento di ascolto.
I nostri sensi ci mettono in contatto col mondo esterno, con tutto ciò che ci circonda, ma è
l'anima a filtrare le sensazioni ricevute dal corpo, componendole in un'unità soggettiva, ineguagliabile
e irriproducibile in continuo divenire.
Ogni essere umano, nella sua unicità e irripetibilità, è in grado di filtrare,
nella zona più nascosta dell'anima, in quello spazio inviolabile e inviolato che contraddistingue
la particolarità esistente di ognuno di noi, ciò che vede e sente attraverso i sensi.
In questo modo nasce la poesia, che canta sensazioni, cose, persone, ricordi non tanto per come essi
vengono percepiti dai sensi, ma per l'eco che producono nel profondo del nostro Io.
La poesia dimora nella zona più misteriosa del nostro essere, dove risiede il sostrato più insondabile dei nostri sentimenti.
In questi giorni, così carichi di rumore eppure così bisognosi di silenzio, così impegnati a inseguire vuote e illusorie
apparenze, eppure così assetati di profondità, la poesia sembra essere quasi dimenticata e ignorata dalla maggior parte delle persone.
Da ciò è scaturito il mio desiderio di scrivere un libro in cui ogni componimento è sbocciato quasi da solo,
attraverso l'incessante dettatura dell'anima, la sola in grado di porsi ad ascoltare e comprendere la poesia delle tacite stelle,
che rappresentano l'eterna luce di speranza nel fitto buio della notte.
Penso che uno dei principali impegni che oggi la poesia debba assumersi sia proprio quello di far sperare e sognare
gli esseri umani, di rapirli all'incanto di tutto ciò che palpita intorno a noi in una perfetta, talvolta celata armonia.
La poesia deve spingerci alla costante ricerca di questa armonia,che rappresenta il riflesso della Luce verso la quale
inevitabilmente ogni uomo tende.
Come insegnante, mi auguro in questi anni di essere almeno in parte riuscita nell'intento di far apprezzare lo sconfinato
mondo della poesia ai miei amati allievi; come figlia, ringrazio mio padre per avermi fatto conoscere con immensa passione
quel mondo così meraviglioso.
Nella vita, bisogna sempre essere umili e ricordare che tutto ciò che otteniamo con tenacia e impegno è
sì merito nostro, ma soprattutto di Chi sta al di là di noi e ci guida attraverso misteriosi, talvolta incomprensibili percorsi.
Con umiltà, dunque, ho raccolto i miei pensieri, nella speranza che possano racchiudere una scintilla di verità
e di significato scaturiti dalla Verità e dal Significato che ancora nessuno di noi è in grado di conoscere.
A proposito della potenza eternatrice della poesia, il grande poeta latino Quinto Orazio Flacco, la cui voce è giunta
fino a noi a cavallo dei secoli, scriveva:
Exegi monumentum aere perennius
regalique situ pyramidum altius,
quod non imber edax, non aquilo inpotens
possit diruere aut innumerabilis
annorum series et fuga temporum.
Più immortale del bronzo ho lasciato un ricordo
che s'alza più delle piramidi reali,
e non potrà distruggerlo morso di pioggia,
violenza di venti o l'incessante catena
degli anni a venire, il dileguarsi del tempo.
Postfazione
Nei tuoi occhi ripongo le mie speranze, nei tuoi silenzi adagio la mia malinconia, perchè tu possa trasformarla in musica di vento.
Sul tuo petto spargo gli ultimi petali d'autunno.
Leggo per trasportare lontano la mia solitudine, innamorata compagna di via.
Scrivo per tenerle compagnia.
Amo la poesia, ne respiro la forza sublime e così fragile al tempo stesso.
Ne ascolto il suono a occhi chiusi rapita da versi che si fanno temerari compagni d'arme.
Ne carezzo le parole sussurrandole muta alla mia anima nel tentativo di placare la tempesta di emozioni che mi scuote.
L'inchiostro scorre sul foglio, si fa liquido, caldo, fluido accanto al mio cuore travestito di ghiaccio.
Resto così, in attesa di un sogno che sia anche per me speranza e non mi lasci col cuore spezzato e un ansia intensa di vita.
Cerco di convincermi che nel ritmo suadente e misterico di un altra anima sia più facile orientarsi e scorgere il cancello che ostruisce l 'entrata del labirinto, mentre gemme stellate dai mille riflessi rischiarano le porte del cielo.
Chiudo il libro lentamente, vorrei restare in questo universo, un mondo parallelo almeno in apparenza, cullata nell'eco di sentimenti profondi che mi sfiorano la pelle come ali di rugiada.
Vi sono penetrata timidamente, percepito le indicazioni, ma decisa a navigare seguendo solo le mie sensazioni.
Il vento custodisce sospiri di notti veglianti, percorse da foglie in un cammino di morte.
Il vento abbraccia il buio malato di nostalgia, vergine di luce, infestato di tenebre.
In un qualsiasi altrove, alla fine di ogni tunnel solo la nostra forza e le mani tese alla notte.
Quando l'oscurità discende sui miei occhi e col suo scialle nero cancella ogni palpito di luce, donami un coriandolo di stella, affinchè la mia anima non si smarrisca nei labirinti tracciati dal buio.
Dei suoi stati d'animo, delle sue angosce, dei suoi turbamenti, persino delle sue esperienze più personali Sara ne fa materia di poesia.
Poesia che è pervasa da una straordinaria sensibilità, significati e metafore si fondono e si confondono tra rimorso e tenero rimpianto.
I ricordi si temperano, così come il dolore, nei granelli di una clessidra.
Aggrappata all'uso convenzionale dei vocaboli, alla sintassi, nel tentativo di riuscire a esprimere ciò che sente carezza le parole e le dispone come note su un pentagramma.
La poesia, tecnicamente, su un piano puramente linguistico si può scindere in significante e significato.
Il significante è il ritmo, la musicalità, la metrica ovvero l'insieme delle leggi che governano la composizione e la struttura dei versi.
Il significato è il concetto, il contenuto espresso.
Una lirica è riuscita tanto più vi è perfetta corrispondenza tra questi due elementi.
In alcune delle poesie che compongono questa silloge il contenuto sembra avere un'importanza maggiore, in altre è la forma a primeggiare.
Ma in tutte si avverte l'esigenza di abbandonarsi a un flusso quasi onirico, il desiderio di ascoltare messaggi provenienti forse dal subconscio, dall'inconscio o forse chissà .
Spesso decisamente allusivo, il linguaggio diviene talvolta frammentato, costantemente teso alla conquista di una dimensione spirituale assoluta tra pensiero, emozione e musica, coagulato attorno a dettagli concreti, a nuclei di circostanze precise e insistenti.
Senza mai perdere di vista però la propria fragilità .
Unica costante che ci rende davvero ciò che siamo.
Io le ho amate tutte, le ho vissute alla luce dei miei demoni, ho lasciato che assediassero teneramente la mia anima.
Questa è, forse, la vera forza della poesia, significare qualcosa di unico per ciascuno di noi.
Inquietare le nostre inquietudini e abbracciare le nostre lacrime, tacitare nel silenzio la sofferenza dell'abbandono.
Così, nel silenzio complice della notte riprendo il libro, lo appoggio sul comodino.
Nell'attesa di una preghiera che illumini speranze e illusioni, vedo il volo dell'aquila solenne, vedo gli abeti delle foreste vergini, vedo le ombre dei giorni dimenticati non chiedermi chi ero, ciò che mi resta è solo ciò che sarò .
Miranda Biondi
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