Alcune liriche tratte dal volume Ascoltando le tacite stelle
Chiudendo gli occhi
Come sono strane
le immagini che riscopro
chiudendo gli occhi,
quando i cancelli si serrano
come massi che soffocano
l'erba novella.
Come sembrano reali
le immagini che ritrovo
chiudendo gli occhi,
quando l'angoscia si spande
come il buio che invade
le pareti anguste.
Vedo il volo dell'aquila solenne,
che leggiadra sorvola
le vette più impervie,
che percorre immensi spazi
per raggiungere il nido sicuro.
Vedo gli abeti delle foreste vergini,
che maestosi sovrastano
le distese più remote,
che intonano antiche nenie
per cullare le nubi migratrici.
Vedo le ombre dei giorni dimenticati,
che malinconiche percorrono
i sentieri più nascosti,
che eseguono monotone danze
per salutare le foglie cadute.
Poi apro gli occhi,
i muri mi opprimono il petto,
onde di un mare di cemento,
così mi ricordo che qui dentro
siamo tutti uguali,
colpevoli o innocenti:
per noi non esiste speranza,
per noi non esistono sogni,
per noi non esiste libertà .
Poi apro gli occhi,
le sbarre mi dilaniano il corpo,
artigli di un mostro di metallo,
così mi ricordo che qui dentro
siamo tutti uguali,
colpevoli o innocenti:
per noi non c'è alba,
per noi non c'è futuro,
per noi non c'è vita.
Sara Cordone
In un immenso tramonto d'Africa
Forse, prima di partire,
hai aspettato
che le lente nubi del cielo
accompagnassero i tuoi passi.
Forse, prima di volare,
hai aspettato
che gli ultimi bagliori del giorno
custodissero i tuoi sogni.
Poi hai cominciato il tuo viaggio,
mentre un suono di antichi tamburi
cantava il dolore della tua Terra.
In un immenso tramonto d'Africa
hai spento il tuo male.
In un immenso tramonto d'Africa
hai ritrovato la libertà .
In un immenso tramonto d'Africa
hai disperso l'ipocrisia
di chi leva le grida ma non sa ascoltare.
Ormai il tuo respiro
riposa nella notte,
dove la dignità di una sofferenza
è più silenziosa del buio.
Poi hai cominciato il tuo volo,
mentre un' eco di cieca indifferenza
dimenticava il dolore della tua Terra.
In un immenso tramonto d'Africa
hai spento le tue paure.
In un immenso tramonto d'Africa
hai ritrovato la speranza.
In un immenso tramonto d'Africa
hai disperso l'ipocrisia
di chi parla ma non sa capire.
Ora il tuo sorriso
risplende nel sole,
dove l'anima di un bambino
è più leggera del vento.
Sara Cordone
Anima trafitta
Quando te ne stai immobile,
nell'angolo più nascosto della stanza,
vorrei costruirti uno scudo
con i petali dei candidi mandorli
per proteggerti dalle tue paure,
anche se tu cerchi solo aridi silenzi.
Guardi il pavimento
con uno sguardo perso nel vuoto
come uno spettro dalle mani stecchite
e pensi che il cibo
sia il nemico più crudele da sconfiggere.
Guardi lo specchio
con gli occhi segnati da cerchi scuri
come uno spettro dal volto evanescente
e pensi che l'amore
sia il sogno più lontano da raggiungere.
Quel tuo odio per il cibo,
quella tua fame d'amore,
quella tua voglia di scomparire,
quel tuo farti sempre più piccola,
fin quasi a diventare invisibile,
ti hanno trafitto l'anima,
ti hanno rubato il respiro
e quanta rabbia la gente,
che non riesce a capire
com'è difficile sentirsi bella,
perché quando si cresce
gli aquiloni della fanciullezza
lasciano il posto ad oscuri fantasmi.
Quando te ne stai immobile,
nell'angolo più nascosto della stanza,
vorrei costruirti uno specchio
con i riflessi del fugace arcobaleno
per mostrarti la tua bellezza,
anche se tu vedi solo gelide ombre.
Sara Cordone
Il mio arrivederci
In questa stanza
la solitudine si frantuma
in gocce di ricordi.
In questa stanza
i minuti corrono
come turbini impazziti.
In questa stanza,
tra tubi e fili,
sono uno strumento scordato
che nessuno può più suonare.
Te lo leggo nel viso,
non vuoi che io capisca,
ma i tuoi occhi sono oscuri
più dell'ombra dei palmeti
che amavo contemplare
quando l'estate vibrava
in ogni membro del mio corpo.
Non temere per me,
non ho paura del grande salto,
perché so che dall'altra parte,
sulle rive del fiume argentato,
una mano forte mi afferrerà,
una mano forte mi sottrarrà
al male e alla sofferenza.
Fammi librare nell'aria
senza il peso di saperti triste.
So che mi vorresti ancora qui,
ma le braccia sono stanche,
il respiro è lento,
mentre il cuore è pronto
a cercare un nuovo nido.
Il tuo abbraccio è tutto ciò che ho avuto
e tutto ciò che ho avuto
lo porterò con me
lasciandoti il mio arrivederci,
lasciandoti il mio sorriso
come una finestra spalancata
sui calici festanti
dei giovani peschi appena fioriti.
La malattia ha incatenato il mio corpo,
ma ha liberato la mia mente.
Solo ora posso comprendere
la profondità di una parola
scagliata nel silenzio.
Solo ora posso comprendere
l'eterno incontro
tra la notte e il giorno.
Solo ora posso comprendere
questo soffio misterioso
che sostanzia ogni cosa.
Sara Cordone
Addio di una rosa
Una notte la rosa
reclinò il capo
in un estremo spasimo di vita,
guardò il cielo e disse:
<< Perché sono destinata
a lasciare così presto
l'abbraccio avvolgente della terra,
il calore rassicurante del sole,
la carezza pellegrina del vento? >>.
Il cielo la guardò con tenerezza,
rispondendo con voce solenne:
<< Nulla dura per sempre
sulla Terra.
La tua bellezza è eterna
perché brilla nella malinconia
del tuo addio al mondo >>.
La rosa abbassò gli occhi,
con voce triste chiese:
<< Perché allora le stelle
scintillano per l'eternità
rischiarando la notte? >>.
Padre cielo sorrise dicendo:
<< Ora tu non puoi conoscere
le grandi opere che si compiono
nell'immensità degli spazi
al di là delle nubi.
Presto saprai
che il Signore del Creato
rapisce la bellezza delle rose
per rivestire le stelle
di mantelli fulgenti >>.
La rosa per la prima volta
comprese il significato
della sua breve vita.
Emise il suo ultimo respiro mormorando:
<< La mia vita
non è stata vana
se la mia bellezza rifulgerà
nelle eterne stelle,
tue sorelle e compagne.
Ciò che è stato creato
dalle mani invisibili
del suo Signore
esulta danzando
nell'armonia del Suo Amore >>.
Sara Cordone
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